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Galleria

La Sala dell’Udienza

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Nel 1390 il Comune di Perugia, a compensazione di 1.400 fiorini prestatigli per guerre e carestie dalla Mercanzia, cedette all’Arte alcune stanze al piano terra del palazzo dei Priori. Questa ne avviò poco dopo i lavori di rivestitura lignea (testimoniata da un’Annunciazione del sec. XV attribuita a Mariano D’Antonio e conservata al Museo Jaquemart-Andrée di Parigi). L’arredo in tardo stile gotico nordico, che oggi vediamo, risale alla prima metà del sec. XV salvi alcuni rimaneggiamenti ottocenteschi. Si ignora l’autore di questa preziosa boiserie di noce, abete e pioppo, ma è palese l’ispirazione nordica. Il lavoro è in parte ad intaglio, in parte ad intarsio. Se il lavoro in legno evoca le Fiandre, i suoi contenuti evocano l’Oriente: infatti le formelle quadrate, tutte eguali, recano intarsiati simboli orientali, cioè un glifo a doppio quadrato intrecciato che chiude una stella ottagonale, iscritto in un pieno quadrilobo. Si collegano così gli estremi geografici dei più frequenti viaggi dei mercatores.

Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia

Lungo la sala corre il sedile riservato per le riunioni ai mercanti, mentre le cariche sedevano sul seggio alla destra di chi entra. Questo seggio è sormontato da fasce di decorazione a intaglio di stile gotico, con cornice a mensoline sporgenti su arcate bifore con colonnine a spirale, e da una lunetta con traforo lumeggiato a oro in campo rosso e azzurro, portante a bassorilievo nel rosone centrale il dominante stemma dorato dell’Arte: un grifo passante su una balla. A sinistra è il prospiciente pulpito, o ambòne, dove si amministrava la giustizia tra i mercanti applicando lo speciale ius mercatorum: una nicchia e un parapetto poligonale finemente lavorato, sormontato da bassorilievi lignei a colori raffiguranti le quattro virtù cardinali (Giustizia, Fortezza, Prudenza, Temperanza) e grifi della città e dell’Arte, cioè i simboli vividi della buona giustizia e del potere che qui la legittimava. È una rara testimonianza di banco del giudice mercantile medievale, di eccezionale valore anche per questo simbolismo secolare che collega la corporazione alla Civitas Perusina e che evoca le virtù umane che debbono orientare il giudice. A destra è un grande bancone, già del Collegio dei Notari, che la Mercanzia acquistò nel 1865. In fondo alla sala sta un’antica cassaforte in ferro battuto.

Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia
Collegio della Mercanzia

La Cappella di San Bernardino in Cattedrale

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Il Collegio della Mercanzia realizzò la sua cappella, dedicata a San Bernardino, in uno spazio privilegiato che le veniva dalla sua primaria importanza civica: all’interno del Duomo di Perugia, alla prima campata della navata destra. È recintata da una cancellata quattrocentesca in ferro battuto. Vi domina sull’altare la magnifica Deposizione di Federico Barocci (1569), alla parete è un grande bancone intagliato di Ercole di Tommaso del Riccio e Iacopo Fiorentino (1567). La vetrata colorata reca una predica di San Bernardino, di Costantino di Rosato della Spalletta su disegno di Arrigo Fiammingo da Malines (1565).

The Deposition from the Cross by Federico Barocci

 

La Deposizione di Federico Barocci

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Il Barocci lavorò a questa pala per quasi due anni e, secondo il giudizio di molti studiosi e di Andrea Emiliani in particolare (il massimo suo studioso), segna il passaggio tra tardo Rinascimento, Manierismo e Barocco.

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Nel dipinto si colgono forti contrasti fra movimento e staticità: l’operosità degli uomini che calano Cristo dalla croce e il gesto di san Giovanni che abbraccia i piedi del Maestro; lo slancio delle pie donne spaventate, che accorrono a soccorrere la Vergine abbandonata esamine tra le braccia di una donna, che la fissa sgomenta. Più defilato si scorge san Bernardino, che “pare che accorra anch'egli a sostenere le membra divine” (Bellori).

 

Barocci, superando il tradizionale chiaroscuro, utilizza ombre colorate per descrivere i diversi sentimenti e moti dell’anima e fa del colore l’elemento cruciale e insostituibile del dipinto.

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Il dipinto fu oggetto di spoliazione e nel 1799 portato a Parigi. Ma con la Restaurazione fu recuperato dal Canova e riportato a Perugia.

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Grazie a uno scrupoloso restauro di livello professionale nazionale eseguito nel 2010, all’opera è stata restituita la sua straordinaria varietà e intensità cromatica.

The Deposition from the Cross by Federico Barocci

Domus Pauperum

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La Domus Pauperum è una monumentale sala rinascimentale, con volte a crociera, ripartita in tre navate da due file di colonne in travertino con capitelli. Al centro del borgo di Porta Sant’Angelo (oggi Corso Garibaldi, 84), fu edificata nel 1507 dal Collegio della Mercanzia - la corporazione egemone nel governo di Perugia – per
ricovero dei bisognosi e tale mantenuta fino al 1990. È realizzata nel volume del preesistente Hospitale Mercatorum, documentato già nel 1321, destinato a mercanti forestieri, pellegrini, indigenti. La facciata in mattoni reca tre stemmi in pietra della Mercanzia, il grifo passante su una balla di lana. Il bel portone centrale
d’ingresso in noce porta inciso il nome e la data MDVII (1507).

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Alterata lungo il tempo fino a essere quasi dimenticata, è stata dallo stesso Nobile Collegio della Mercanzia riscoperta e restaurata accuratamente nel 2014-16, con speciale attenzione alle tecniche e ai materiali, e riportata alla bellezza delle antiche forme per essere destinata ad aperto uso del pubblico per attività culturali come conferenze, riunioni, convegni, mostre, esposizioni, piccoli concerti. A questo scopo di utilità diffusa, a beneficio di Porta Sant’Angelo e di tutta la città, nel 2018 la Mercanzia la ha passata in comodato gratuito al Comune di Perugia.

 

Benché sia tuttora di proprietà della Mercanzia, pertanto, la gestione della Domus Pauperum è oggi curata dal Comune di Perugia. Il Comune vi organizza eventi o la concede a richiedenti che intendano farne un uso occasionale conforme.
 

Il recupero della Domus Pauperum, elemento importante dell’identità storico architettonica del Borgo, riqualificare e valorizza uno degli ambienti più belli e suggestivi dell’intero centro storico di Perugia.

Domus Pauperum

La monumentale sala denominata Domus Pauperum costituisce la parte più antica di un ampio e stratificato complesso monumentale. Posta al centro dell’asse viario di Corso Garibaldi, era nata con funzioni ospedaliere e di ricovero per i bisognosi. Se ne hanno notizie a partire dal 1315 ma l’Hospitale Mercatorum è attestato come proprietà dell’Arte dei Mercanti a partire dal 1321, quando venne riedificato per iniziativa di Andrutium Stefani, Priore del Nobile Collegio. L’originaria struttura gotica dell’edificio fu radicalmente modificata nei primi anni del Cinquecento, quando ai due ingressi laterali ne fu aggiunto uno centrale più ampio e il volume fu diviso in due piani, dei quali solo quello inferiore conservò la funzione di ricovero, o più esattamente di dormitorio.  Questo spazio fu suddiviso in tre navate da due file di cinque colonne in stile rinascimentale sormontate da capitelli in pietra, che sorreggono le volte a crociera; il bel portone d’ingresso, risalente a quest’epoca, porta incisa la data in cui fu completata questa ristrutturazione “MCVII” (1507).    

 

Il recupero dell’intero complesso, è destinato oggi a imprimere al quartiere una nuova fisionomia, rispettosa della storia secolare di quest’area cittadina. In questo quadro, al termine di un attento restauro, la cessione in comodato al Comune della Domus Pauperum da parte del Nobile Collegio della Mercanzia  perché possa vivere come uno spazio di cultura aperto alla cittadinanza, costituisce un atto generoso che rinnova una relazione tra le due istituzioni lunga più di sette secoli. 

Domus Pauperum
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